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Percorso Espositivo

Il Museo Civico di Nepi si avvale di un moderno e affascinante apparato espositivo che si propone di illustrare, attraverso i reperti archeologici, l’evoluzione storica della città e del suo territorio dall’età protostorica sino al Rinascimento. Il percorso espositivo è strutturato in tre sezioni: Protostorica – Preromana, Romana, Medievale – Rinascimentale.

SEZIONE PROTOSTORICA – PREROMANA

Di questo lungo periodo temporale, la testimonianza più notevole e che caratterizza e rende unica nel Lazio la collezione museale è costituita dai materiali provenienti dalle necropoli falische (VII – IV secolo a.C.) che circondano l’abitato. L’antica Nepi era posta al confine sud-occidentale del territorio dei Falisci, in una posizione strategica lungo le vie che mettevano in comunicazione con le città etrusche di Veio, Cerveteri e Tarquinia. Già all’inizio del VII secolo a.C. la presenza di raffinati corredi funerari, composti da reperti ceramici frequentemente decorati da incisioni, poi riempite con sostanze colorate, dimostra l’esistenza di una società ben organizzata, all’interno della quale emerge la presenza di un ricco ceto aristocratico. La varietà dei materiali ceramici ed il numero sempre maggiore di oggetti di lusso provenienti dal mondo greco e orientale recuperati all’interno delle tombe, indica come la ricchezza della classe dominante sembri accentuarsi durante il VI secolo a.C.. La “necropoli di Sante Grotte”, un’area cimiteriale situata a pochissima distanza dal centro abitato di Nepi, ha restituito importanti corredi funerari caratterizzati da manufatti di produzione etrusca e greca, oggetti in bronzo ed ornamenti personali in oro ed argento.

SEZIONE ROMANA

L’arrivo dei Romani a Nepi è di poco successivo alla caduta di Veio nel 396 a.C.. A differenza di quanto avvenne per altri centri abitati dell’Agro Falisco, l’entrata della città nell’orbita romana non pregiudicò la sua esistenza, ma le conferì una notevole ricchezza, grazie anche al passaggio della Via Amerina, tracciato viario collegante Roma con l’Umbria realizzato nel III secolo a.C. La topografia e le vicende della Nepi romana rimangono in parte oscure, ma in base ai dati raccolti è desumibile che un lungo periodo di prosperità abbia caratterizzato l’antica città. La testimonianza più consistente che rimane per l’epoca romana è costituita dalle numerose epigrafi, alcune delle quali facenti parte della collezione del Museo Civico. Fra i materiali esposti che documentano quest’epoca, il reperto di maggior prestigio è, però, la testa capite velato dell’imperatore Augusto, la cui provenienza è ignota ma che doveva appartenere ad una scultura posta all’interno di un importante edificio pubblico.

SEZIONE MEDIEVALE – RINASCIMENTALE

I reperti più recenti dell’allestimento museale risalgono al periodo di massimo splendore di Nepi, vale a dire al XV-XVI secolo. All’epoca la città fu dominio di importanti famiglie quali i Borgia e i Farnese. Dal castello di Nepi provengono delle ceramiche e alcuni stemmi recuperati nell’800 e a seguito di lavori di restauro terminati nel 2007. Il posto centrale è occupato dal raro emblema marmoreo di Lucrezia Borgia che nel 1499 fu investita dal padre, il pontefice Alessandro VI, della Signoria di Nepi. Di estremo interesse è anche un largo fregio marmoreo di Bernardo Accolti detto “l’Unico”, personaggio eccentrico che fu proprietario del castello e governatore di Nepi fra il 1521 e il 1535. Allo stesso periodo devono essere collocato anche un altro stemma lapideo circolare, coperto successivamente con un intonaco recante le insegne di Pier Luigi Farnese.